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Safeguarding nello sport:
obblighi, buone pratiche e come adeguarsi

Negli ultimi anni il tema del safeguarding nello sport è diventato centrale nella riforma della governance sportiva italiana.

Con questo termine si indica l’insieme di norme, procedure e misure adottate per prevenire abusi, violenze o comportamenti discriminatori nei confronti di minori e persone vulnerabili che partecipano alle attività sportive.

Dal 2023, e con piena applicazione nel 2024, il safeguarding è diventato un obbligo normativo per tutte le Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche (ASD e SSD), così come per federazioni e enti affiliati. Ogni realtà sportiva è ora chiamata a garantire un ambiente sicuro, inclusivo e rispettoso, nominando un Responsabile Safeguarding e adottando procedure adeguate di tutela.

Responsabile safeguarding sport in uno stadio durante la formazione ASD

Quadro normativo del safeguarding

Il principio del safeguarding è stato introdotto in Italia dal D.Lgs. 28 febbraio 2021 n. 39, parte della Riforma dello Sport.

Questa normativa ha previsto la nascita di un sistema di protezione dei minori nel mondo sportivo, sotto la supervisione dell’Autorità Garante per la Tutela dei Minori e della Procura dello Sport.

Gli obblighi principali riguardano:

checkmark Federazioni, Enti di Promozione e Discipline Associate, che devono definire linee guida e procedure uniformi;
checkmark ASD e SSD, che devono adottare politiche interne di tutela, formare i propri tesserati e nominare un Responsabile Safeguarding entro le scadenze previste.

Il termine ultimo per la piena conformità, secondo le ultime direttive, è stato fissato al 31 dicembre 2023, con verifiche e aggiornamenti nel corso del 2024.

Cosa comprende il safeguarding nello sport

Il safeguarding non si limita a evitare episodi di violenza fisica o sessuale,
ma comprende una visione più ampia di benessere, sicurezza e rispetto.

Le aree principali sono:

Tutela dei minori e delle persone vulnerabili:

garantire ambienti sportivi dove tutti possano partecipare in sicurezza, liberi da abusi o discriminazioni.

Formazione e sensibilizzazione:

dirigenti, allenatori, tecnici e volontari devono ricevere una formazione specifica sui principi di tutela.

Codici di condotta

ogni associazione deve adottare un documento che definisca regole di comportamento e sanzioni in caso di violazione.

Procedure di segnalazione

devono esistere canali riservati e protetti per la segnalazione di comportamenti inappropriati.

Ambiente inclusivo e accogliente:

promozione del rispetto, dell’ascolto e dell’inclusione sociale.

Questi principi devono essere integrati nel modello organizzativo dell’associazione,
diventando parte della sua identità sportiva e culturale.

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Responsabile safeguarding sport in uno stadio durante allenamento ASD

Ogni ASD e SSD deve nominare un Responsabile Safeguarding, figura chiave per l’attuazione delle politiche di tutela.

La figura del Responsabile Safeguarding

Le sue principali responsabilità sono:

checkmark assicurarsi che la società sportiva rispetti le linee guida di tutela dei minori;
checkmark raccogliere e gestire eventuali segnalazioni;
checkmark monitorare le attività formative e i comportamenti del personale;
checkmark promuovere la cultura della sicurezza e del rispetto nello sport.

Il Responsabile deve possedere competenze in materia di tutela dei minori, psicologia o educazione, e non può ricoprire ruoli che comportino conflitti d’interesse. La nomina deve essere comunicata alla Federazione di appartenenza, che verifica la conformità della figura scelta.

Buone pratiche e implementazione per ASD/SSD

Adeguarsi al safeguarding non significa solo “mettere una firma su un documento”, ma costruire una cultura della tutela.

Ecco i passaggi fondamentali per conformarsi:

checkmark Definire una policy di safeguarding, scritta, chiara e condivisa da dirigenti, istruttori e collaboratori.
checkmark Formare tutto il personale, anche i volontari e i genitori che collaborano nelle attività.
checkmark Creare un ambiente accogliente dove i bambini possano sentirsi ascoltati e protetti.
checkmark Implementare una procedura di segnalazione chiara, riservata e conforme al GDPR.
checkmark Monitorare periodicamente l’efficacia delle misure adottate.

Strumenti digitali, come piattaforme di gestione interna o software di compliance, possono aiutare le ASD e SSD a organizzare documenti, registri formativi e segnalazioni in modo sicuro e ordinato.

Conseguenze e sanzioni in caso di mancato adeguamento

Il mancato rispetto delle disposizioni in materia di safeguarding può avere conseguenze serie.

Le principali sanzioni previste sono:

checkmark Revoca o sospensione dell’affiliazione sportiva;
checkmark Sanzioni disciplinari,nei confronti dei dirigenti o istruttori coinvolti;
checkmark Responsabilità civile o penale in caso di eventi lesivi subiti da minori o soggetti vulnerabili;
checkmark Perdita di contributi o agevolazioni pubbliche per mancata conformità normativa.

Per questo è importante dotarsi di procedure trasparenti e documentate, oltre che di un responsabile formato e riconosciuto.

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Domande frequenti sul safeguarding
per ASD e SSD

Il safeguarding non è solo un adempimento burocratico, ma una responsabilità etica e sociale di ogni realtà sportiva. Applicarlo correttamente significa proteggere gli atleti, valorizzare l’ambiente sportivo e dare credibilità alla propria associazione.

Le ASD e SSD che investono oggi nella formazione e nella gestione digitale delle procedure di tutela saranno quelle più pronte ad affrontare le sfide del futuro.

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